Il Ruolo del Caregiver: Cuore e Sostegno per le Persone Fragili
Nel percorso della vita, arriva un momento in cui alcuni dei nostri cari — genitori, coniugi, fratelli o sorelle — possono trovarsi in una condizione di fragilità, dovuta all'età o a una disabilità. In questi casi entra in gioco una figura fondamentale, spesso invisibile ma cruciale: il caregiver.
Chi è il Caregiver?
Il caregiver è la persona che si prende cura di un familiare anziano o disabile, offrendo un supporto completo che va ben oltre il semplice aiuto quotidiano. Si occupa sia degli aspetti materiali in generale quando è a domicilio — come le spese, il vestiario, la gestione delle necessità quotidiane — sia del sostegno morale ed emotivo, diventando un punto di riferimento affettivo fondamentale, che sia fisicamente vicino o lontano a causa di impegni lavorativi, residenza in altra città, problemi rilegati al proprio nucleo familiare primario determina la necessità di richiedere aiuto ad enti terziari che con le giuste competenze possano fungere da punto di riferimento: le RSA.
Nella maggior parte dei casi, il caregiver è un figlio, una figlia o il coniuge della persona assistita. In loro assenza, spesso il ruolo viene assunto da fratelli o sorelle. Questo compito, profondamente umano e delicato, può trasformarsi in un vero e proprio impegno a tempo pieno.
Tutele e Supporti per i Caregiver:
Lo Stato italiano riconosce il valore sociale e umano del caregiver offrendo tutele legali ed economiche. E’ possibile accedere a sostegni economici attraverso le pratiche legate alla Legge 104/92 o all’indennità di accompagnamento, nel caso in cui la persona assistita sia stata riconosciuta non autosufficiente. Parliamo del bonus caregiver erogato tramite bandi regionali sulla base dell’ISEE socio sanitario con importi mensili che vanno dai 400 agli 800 euro.
APE Sociale è un’indennità per chi assiste un familiare con handicap grave con un importo massimo 1500€ mensili riservata a chi ha almeno 63 anni e 5 mesi di età con reddito inferiore a 5 mila euro.
L’assegno di cura è uno strumento di supporto rivolto al caregiver in difficoltà di familiari disabili offrendo un aiuto economico stabile variabile.
La circolare n. 32 del 6 marzo 2012, dell’INPS in attuazione del decreto legislativo 119 del 18 luglio 2011 modifica la disciplina in materia di congedi e permessi per l’assistenza a familiari disabili in situazioni di gravità tutelando quest’ultima anche nel caso di ricoveri in RSA convenzionate con il servizio sanitario nazionale.
In particolare, il riconoscimento dell’articolo 3, comma 3 della Legge 104 prevede i permessi retribuiti mensili di 3 giorni combinabili con i congedi straordinari per caregiver che assistono familiari con disabilità gravi.
Quando il Carico Diventa Troppo Pesante..
Essere caregiver può comportare un elevato carico fisico ed emotivo. In presenza di gravi disabilità o condizioni di non autosufficienza, i familiari si trovano spesso a dover fronteggiare competenze sanitarie o gestionali per le quali non sono adeguatamente formati. In questi casi, interviene la struttura sanitaria residenziale, in grado di fornire un'assistenza a 360 gradi, assicurando cure professionali e continuative.
Il caregiver è molto più di un assistente: è un pilastro affettivo, un punto di riferimento, spesso l’unica presenza stabile nella vita quotidiana di chi ha bisogno. Sostenere il caregiver significa sostenere l’intera famiglia, e riconoscere l’importanza di un ruolo tanto silenzioso quanto indispensabile per il benessere della nostra società.
Relazione Caregiver/RSA e Aggiornamenti costanti
In una fase iniziale di inserimento in struttura, il caregiver è colui il quale per l’ingresso del familiare dà tutte le info clinico-sanitarie/sociali e storiche della vita del paziente agli operatori socio-sanitari per comprendere a 360 gradi la storia non solo clinica. Fondamentale è la sua presenza per avere un escursus della patologia e della storia che ha caratterizzato la vita d’ospite per poter dare al personale della struttura le armi per poter curare e gestire non solo la malattia ma anche il carattere e provare a mantenere lo stile di vita del paziente.
PAI (Piano assistenziale individualizzato)
Il PAI (Piano assistenziale individualizzato) è redatto in stretta collaborazione con il caregiver, il quale stabilisce obiettivi assistenziali a breve, medio e lungo termine. Ogni settimana si svolgono riunioni d’equipe con infermieri, responsabili OSS, fisioterapisti, assistenti sociali, psicologi e animatori sociali per discutere di ogni ospite della struttura. Durante queste riunioni, si aggiornano le cartelle sanitarie e sociali e si informa il caregiver referente riguardo a eventi significativi avvenuti durante la settimana, come cadute, alterazioni dei valori ematici, visite specialistiche, assenze da attività ricreative di gruppo, isolamento sociale e cambiamenti improvvisi dell’umore che hanno portato l’ospite a comportamenti ostili e aggressivi. Durante il periodo di degenza, gli operatori della RSA comunicano settimanalmente al caregiver l’evoluzione o involuzione della patologia del familiare ricoverato. In genere, il personale qualificato suggerisce azioni e tecniche per migliorare le condizioni psicofisiche del paziente. Il ruolo del caregiver rimane fondamentale anche con il ricovero del familiare, affiancandosi a quello del personale socio-sanitario. Questo risolve alcune responsabilità sanitarie legate al familiare, ma non quelle affettivo-sociali, poiché il caregiver deve comunque recarsi settimanalmente nella struttura per soddisfare i bisogni materiali ed emotivi del proprio caro. Chi è caregiver resta tale sempre, anche con una minima diminuzione di responsabilità!
